brevi racconti che, come pezzi di vetro, filtrano la realtà come capita di vederla attraverso trasparenze sovrapposte.

sabato 31 marzo 2012

Vocabolario intimo


Le parole sono come la pellicola superficiale su un'acqua profonda.
Ludwig Wittgenstein (1889-1951)


Irene ha cominciato a perdere le parole, qualche tempo fa. Inciampava in un buco, un ostacolo, se ne accorgeva. Tornava indietro e guardava quel vuoto. Prima, non lo aveva neanche percepito e si rendeva conto della voragine esistente solo adesso, senza QUELLA parola. Non riusciva più a distogliere lo sguardo, mentre il percorso era interrotto, il tempo scorreva e lei si sentiva impotente. Cercava un sinonimo da piazzare lì a tappare quel buco, invece niente. Anche il sinonimo faceva sciopero e lei si doveva per forza sedere a terra e fermarsi davvero.
Di solito, ci aveva fatto caso, si trattava di una parola che descriveva esattamente una percezione che aveva intuito, rispetto ad una situazione, ad una persona, ad un ricordo. Quando però si trattava si dirla, ecco che la parola precisa non c'era più: da quello scaffale in cui era disposto il suo pensiero, mancava solo una parola, QUELLA parola, che rompeva la frase in due, un prima e un dopo senza l'anello che li congiungeva. E così prese a scrivere frasi con uno spazio bianco, riempì un diario di parole mancanti, che ogni tanto, all'improvviso, tirava di corsa fuori dalla borsa in preda ad un brivido febbrile..cercava la pagina, mica era facile, eccola eccola, dai, trovata! ..e zac, una parola rossa veniva aggiunta.
Era una strana sensazione, mentre pensava a tutt'altro, faceva tutt'altro, quella che provava Irene alla comparsa improvvisa e netta di QUELLA parola.
Come trovare una soluzione ad un rebus molto intimo. Era convinta che leggendole tutte in fila, disposte secondo un ordine che avrebbe potuto trovare solo lei, QUELLE parole avrebbero disegnato la sua geografia.
E leggerla lì, adesso, QUELLA parola, la faceva sentire presente, viva. La pronunciava e sentiva la sua lingua battere sui suoi denti, le sue labbra sfiorarsi, il respiro e le corde vocali dare una forma fisica ad un concetto che le era sfuggito per troppo tempo.
Un tassello era tornato sul percorso e lei poteva procedere nel suo cammino.


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