brevi racconti che, come pezzi di vetro, filtrano la realtà come capita di vederla attraverso trasparenze sovrapposte.

venerdì 11 maggio 2012

Onomastico posticipato per bene

BORONDO
Io e lei, una corsa col fiatone. La radio del personale dell'Auditorium gracchia, poi si sente l'applauso, cavolo siete già entrati. "Altri ritardatari" dice in radio, io e Mari corriamo, ma dietro di noi arrivano altre persone. Brutto arrivare in ritardo. Poi il buio e cercare le nostre poltrone, mentre tu già sei sul palco.
Tu sei tu. E io mi rilasso e piano piano volteggio al tuo delicato e dolce invito. Che meraviglia.
Lei mi ha regalato questa serata, con lei volevo condividere questa emozione di te. Ho insistito.
Il concerto è stato meraviglioso, come te del resto. Tu. I tuoi compagni di viaggio, maestri e amici, li hai definiti. E si toccava, la magia della vostra unione. I quadri che cambiano colore sulle tue parole.
Tu che dici "questa è la mia preferita" e dal pubblico varie voci "anche la mia" e tu riconosci la voce di uno di noi, un tuo piccolo amico e lo citi, sorridendo.
Ci scaldi e noi, il pubblico, ti restituiamo affetto e gioia. E tu, parti e interrompi una canzone, chiedendo scusa, per invitarci a cantare e leghi la platea che non è più separata dal palco: sembra di essere tra amici, non ad un concerto all'auditorium.
E questo è il tuo pregio, di legare attorno alla poesia, di farci danzare delicatamente con le tue note, la tua voce e gli accordi e di prendere per mano e condividere la tua essenza e rendere magico un momento.
"sei meraviglioso, Joe", te l'ho detto.