Giancarlo Terreo, fotografo (1938-2006)
Mi capita ancora. Devo fare una cosa, magari molto importante, e non riesco a placare la tensione. Da adolescente me lo fece notare mia madre, prima di una interrogazione decisiva, mentre mi drogavo di cinema alla tv. Devo staccare la spina, perchè la mia testa macina ansie e pensieri che prendono l'andamento a spirale..e poi mi ritrovo stritolata dal panico, rendendo male, anzi malissimo.
Così, questa mattina ero in anticipo per un appuntamento che ritenevo importante, tesa e per giunta assonnata.
Mi imbatto in una mostra di fotografia storica di cui non sapevo nulla, tra l'altro ospitata dall ICCD, nell'ex chiesa delle Zitelle del Complesso del S. Michele, a me particolarmente caro per motivi familiari. Ora, onestamente: come non sorridere dell'antica destinazione d'uso della location? Ti immagini uno stuolo di donne disperate senza dote, lontane ormai anni luce dall'attuale esemplare femminile spesso orgogliosa di essere single..e finalmente emancipata dall'uso della preghiera come soluzione dall'alto (e per giunta da un dio maschio) della propria esistenza.
Supero la mia digressione e torno all'oggetto di queste righe.
Avevo consapevolmente bisogno di occupare la testa, spostando in un angolo pensieri inutili/noiosi, e mi sono lasciata rapire dai miraggi "mostra fotografica" e "ex chiesa delle zitelle" e sono entrata.
In apertura e chiusura, gli scatti di Giancarlo Terreo. Pazzeschi. Le sue stampe, sue nel senso che sono proprio quelle che lui stesso ha anche stampato, non sono solo perfette, ti risucchiano nell'atmosfera e ti fanno vivere quell'istante. Come esprime molto bene chi scrive su Associazione Stile Libero:
"Non di sola immagine è fatta una fotografia. Nel lavoro superbo di
Giancarlo Terreo si riconosce spesso una voce, mista a suoni. Rumori di
scena, ambientazioni sonore che pulsano dai bianco e nero realizzati con
una perizia che fa spalancare la bocca dall’ammirazione; tutte le sue
immagini oltre agli occhi, riempiono le orecchie".
A una che non crede al caso, fa un certo effetto, quando le capitano coincidenze così emozionanti. Non se ne libera facilmente, di quella sensazione di effimera totalità. A me, poi, rimane appiccicato un sorriso per una giornata intera.
..l'appuntamento si è rivelato essere il pretesto per scoprire molto di più, e di questo sono sempre sorpresa e felice. Viene voglia di scrivere. E viene voglia anche di ritornarci subito, perchè la mostra chiude oggi.